Ispirata dall’amore per la tradizione artigiana e l’esperienza tessile polacca, il design di Splot dona nuova vita ai kilim antichi.
La creazione dei kilim è una delle più antiche tipologie di tessitura a motivi. In Europa la tradizione affonda le sue origini nel Medioevo ma è nei paesi slavi e scandinavi che è più diffusa. Spesso ispirati dai più importanti artisti nazionali e dai loro disegni artistici, geometrici e art deco, i kilim polacchi sono divenuti nei secoli vere e proprie opere d’arte popolari o di corte.
Durante il periodo a cavallo tra le due guerre diventarono un vero e proprio oggetto decorativo sia per edifici pubblici che ville moderniste. Tanto che nel dopoguerra nacquero i laboratori di Cepelia (una organizzazione che associa cooperative di artigianato popolare e artistico) per soddisfare la domanda interna ma anche per l’esportazione. Oggi questa antica forma di artigianato è quasi del tutto scomparsa.
– I Kilim, nascosti nelle case, nei musei e nelle soffitte, hanno acceso la mia immaginazione. Quando con il mio sogno di dare nuova vita ai kilim polacchi e crearne di più moderni, ho incontrato i tessitori dell’ultima cooperativa operativa a Bobowa e ho capito da subito che insieme avremmo potuto fare qualcosa di speciale. Ho unito tradizione ed esperienza pluriennale, competenze oggi fuori dal comune, ma soprattutto l’amore per l’artigianato con il gusto e la sensibilità dei designer più giovani. Così è nata Splot. – afferma Przemek Cepak, fondatore del marchio.
Il nobile lusso del tempo
In tempi in cui la produzione è sempre più industriale, rapida e di massa, il lusso più grande è il tempo. Per tessere un metro quadrato di kilim invece occorre circa una settimana. Un processo ad alta concentrazione di cura e manodopera, il cui risultato è un prodotto unico: non esisteranno mai due kilim identici, così come non esistono due pagnotte identiche. Il Kilim unisce l’arte alla natura. Non è solo decorativo e pratico, ma migliora anche l’acustica e riscalda gli interni.
Il marchio Splot, in collaborazione con diversi artisti contemporanei, crea sempre nuovi modelli, ma altrettanto spesso apre gli archivi dell’arte polacca, cercando ispirazione tra le opere d’arte e facendo uscire dall’oscurità gli antichi motivi tradizionali.
Un esempio di questo processo di ispirazione – creazione è il kilim Il Branco (Stado), disegnato da Maria Bujakowa, artista polacca che già prima della Grande Guerra si era fatta conoscere come creatrice di kilim e tessuti unici. Tra questi il Makata Jan III Sobieski, che ricevette il Grand Prix alla mostra di Parigi nel 1937. Un importante riconoscimento del suo genio artistico arrivò due anni dopo, quando ebbe l’onore di decorare la sala d’onore del padiglione polacco dell’Esposizione Universale di New York nel 1939. Dopo la guerra, si stabilì a Zakopane (nelle montagne Tatry), dove fu la principale designer dei Zakopane Pattern Workshops. Qui, pur continuando ad attingere alla sensibilità estetica locale, riscì a dare a quegli arazzi uno stile più moderno. Nel 2022, il Museo di Slesia Opole ha ospitato una grande retrospettiva sui lavori dell’artista, che ha ispirato Splot nella realizzazione di uno dei suoi progetti più interessanti.
Kilim Stado è stato creato nel 1964. Un unico pezzo, tessuto interamente da Maria Bujakowa stessa. Il modello non è mai stato riprodotto in serie e la copia originale è conservata nel Museo Centrale del Tessuto di Łódź. Il marchio Splot, in accordo con Magdalena Lenczowska, la figlia dell’artista che ne cura anche l’eredità artistica e culturale, ha deciso di ispirarsi a quest’opera per uno dei suoi kilim, perchè anche il grande pubblico potesse godere della sua bellezza oltre la visita al museo. Il disegno originale utilizzato per tessere una versione moderna del Kilim Stado è stato fornito dal Museo Tatra di Zakopane. La scelta dei colori e delle miscele di lana è stata approvata dalla figlia di Maria Bujakowa.
Realizzare uno di questi kilim richiede ben tre settimane di lavoro da parte di un tessitore esperto, perchè viene tessuto interamente a mano, secondo tecniche popolari, ovvero su ordito di lino e con un filato grosso da arazzo. Il concept originale di Splot così ha permesso al “gregge di capre felici” pensato e tessuto da Maria Bujakowa di uscire fuori dalla vetrina del museo e di prendere nuova vita nelle case di molti.
Dimensioni: 150×240 cm
Disponibile in due versioni cromatiche: originale marrone e moderno grigio-blu.
Kilim Rapallo nella Varsavia contemporanea
Come afferma Przemek Cepak, fondatore del marchio Splot: “La vita sociale ed emotiva della capitale, merita una scenografia più intrigante. Kilim Rapallo combina il gioioso brusio dell’aperitivo italiano con lo spirito inquieto di Varsavia.” È stato disegnato da Piotr Niklas, tessuto da tessitori di Bobowa e ha trovato casa negli spazi del ristorante Lupo di Justyna Kosmala. I colori e le forme dei kilim Rapallo ricordano i disegni di Ettore Sottsass o Nathalie du Pasquier del leggendario gruppo Memphis Milano, molto amati sia da Przemek Cepak che da Justyne Kosmala. Il loro audace design postmoderno ha caratterizzato l’estetica degli anni ’80 e ’90 e ora assume un look completamente nuovo. Kilim Rapallo è come camaleonte scintillante che vive in un tripudio di colori pastello: è stato tessuto in Polonia, ma ha un fascino cosmopolita, proprio come la Varsavia di oggi.
La scelta del kilim Rapallo da parte dell’architetta Anna Łoskiewicz, che insieme al suo team ha supportato Justyna nella realizzazione degli interni del ristorante LUPO, dimostra che l’uso di arazzi è tornato di moda non solo nelle case, ma anche negli spazi pubblici come uffici e ristoranti.
I kilim di Splot sono realizzati in serie brevi e numerate. Ciascuno è dotato di un’etichetta che riporta il nome del designer, del tessitore e di un codice articolo univoco, per riconoscerne l’unicità e semplificare la gestione post-vendita. Oltre ad una custodia e una striscia di supporto per l’esposizione. Sono imballati in una speciale borsa di tela per un trasporto e stoccaggio sicuro. La lana è protetta dall’iserimento nella custodia di lavanda ecologica della Podlasie (regione nel nordest della Polonia), che profuma di prato caldo.
Il fondatore del marchio, Przemek Cepak, ha collaborato anche l’artista Ola Kotarska – pittrice, illustratrice e fotografa residente a Danzica, sul confine polacco-lituano-bielorusso, e Tomek Opaliński – artista e grafico le cui opere sono ben conosciute attraverso le pagine della rivista “Vogue”. I loro kilim sono realizzati interamente a mano da esperti tessitori della Cooperativa di Bobowa.